Due atti di M.G. Sauvajon

La commedia racconta di una coppia benestante che, per il cenone di Natale, deve conciliare una lista di tredici invitati con l’ossessiva superstizione della padrona di casa. Inizia così una girandola tragicomica di espedienti goffamente architettati per invitare un ospite in più piuttosto oppure riuscire ad eliminarne uno. Una serie di imprevisti e soprattutto il sopraggiungere di un misterioso personaggio, premieranno o renderanno vane le disperate acrobazie diplomatiche che la donna escogita per cambiare il destino della serata? Lo scopriremo nel finale della commedia…

Due atti di di L. Gentile

Felice si è innamorato di Violetta, intende sposarla e andare a vivere con lei nella casa vicina a quella dove ora abita; c’è però un piccolo particolare: lui è già sposato e la moglie non sa nulla del suo progetto. Questo è il piccolo rigagnolo che presto diventerà un fiume impetuoso carico di bugie, equivoci, fraintendimenti, dove galleggiano pompieri, vecchie fiamme, amici sempre più imbarazzati, divani e mobili che vanno e vengono che finirà per travolgerlo. Riuscirà a salvarsi? Afferratelo prima che anneghi! Ciaplo ch’a nìa!

Due atti di di L. Oddoero

Un gruppo di persone attende: ma che cosa può attendere nell’anticamera di uno studio medico se non il medico stesso? Uno squarcio di vita cittadina viene così rappresentato dai vari personaggi che affollano la sala d’aspetto, tanto da trasformare la stressante attesa in un brillante passatempo salottiero. Ogni individuo si muove e parla, toccato sempre da quelle tinte di comico, di grottesco, di vuoto e di silenzio, di stupefatta ostinazione che altro non sono che quelle caratteristiche personali che colorano la vita di tutti i giorni. Un irresistibile intreccio comico, ironico e umoristico fa da filo conduttore a tutta la commedia.

Due atti di D. Trivero

Giorgio Perinetto detto Giors, che di mestiere fa il rigattiere ed il ferrovecchi affitta un negozio laboratorio in un cortile di un condominio in zona Porta Palazzo a Torino. Vive insomma di espedienti tra mille vicissitudini ed è pieno di debiti; con lui opera un certo Melchiorre Garitola detto Ciutin, un vecchio ladro che cerca di sopravvivere e naturalmente ha un discreto curriculum di furti e prigione. Entrambi si trovano in villeggiatura in una zona turistica di montagna della Valle di Susa. Improvvisamente muore uno zio di Giorgio, zio Evaristo, celibe e senza figli; all’eredità partecipa anche la cugina Matilde, con finale a sorpresa Naturalmente nella pensione di montagna oltre ai protagonisti dello a vicenda si trovano una moltitudine di personaggi che bene o male o hanno vincoli di parentela: Ernestina, moglie di Giorgio, la sua amica Carlotta ed altri personaggi con legami di amicizia tra di loro Valeria, Carla, il Capitano Borla. Non mancano naturalmente i villeggianti, Casimiro e la sorella Miranda, il postino il signor Pompeo e naturalmente una vedova attraente Valentina padrona della pensione e una inserviente fedele Aurora. Non manca inoltre il Notaio Morino per risolvere la questione ereditaria… il tutto in un susseguirsi di scenette comiche ed esilaranti.

Due atti di TREMAGI

Due atti unici della tradizione del teatro comico popolare piemontese rivisti e riadattati per trascorrere una serata “tutta da ridere”, in serena e spensierata allegria. Ne “Ij ciòrgn” vedremo come ci si deve adattare alle realtà più stravaganti per carpire la benevolenza altrui, con scarsi, ma esilaranti risultati. In “Ciò per bròca” un giovane pretendente, timido e molto imbranato, prende “lucciole per lanterne” e rischia di vedere il suo fidanzamento andare in fumo. Uno spettacolo per tutta la famiglia.